Questa sera, in palestra, mentre spiegavo i dettagli biomeccanici del crunch addominale, siamo finiti a parlare di icone culturali. Vince McMahon, il magnate della WWE. Joe e Ben Weider, padroni assoluti del bodybuilding globale, fondatori dell’IFBB e signori delle riviste patinate Muscle & Fitness, etc. , Flex, Shape.
Da un lato il culto della forma, della disciplina, dell’allenamento, dei muscoli “naturali” — con tanto di crociate anti-steroidi firmate dal medico sportivo Bob Goldman, — e dall’altro lo show business muscolare, lo spettacolo iper-anabolizzato, iper-recitato, iper-monetizzato.
Il dialogo, da lì, è andato a rotoli. Lasciamo stare l’ipocrisia ancora nutrita da editoriali moralisti e da chi confonde la fisiologia con il marketing da scaffale. Alessio ha tirato fuori il discorso sull’amica che ha speso una fortuna in infiltrazioni di acido ialuronico per il ginocchio, e io provavo a spiegare che, tutto sommato, forse le ha evitato il cortisone. Poi mi sono lasciato andare anch’io, con la solita invettiva contro i crociati del “no zucchero nel caffè” che però si scolano tè freddi industriali. Alessio sulla Diet Coke perchè l'aspartame è cancerogeno e del suo amico russo che prende il tongkat ali convinto che alzi il testosterone. Argomenti così vaghi e generalisti che, quando non riesco a uscirne con discorsi più interessanti mi si abbassa la soglia di tolleranza, salgono le catecolamine, il cortisolo si attiva, cambia lo stato neuroendocrino e con lui anche il mio linguaggio, che diventa troppo diretto, forse troppo crudo, per chi è tarato su un set ormonale più diplomatico e accomodante. E così, pensando alle ore di meditazione che avrei dovuto farmi per rientrare nella norma, senza volerlo ho sparato anche io una critica verso certe ginnastiche dell'ultimo trend che "massaggerebbero" il nervo vago.
A quel punto Alessio, naturalmente :
“Ma dove si trova, esattamente, il nervo vago?”
“Sta sopra il cuore, sotto lo stomaco… ed è quello che ti fa venire il singhiozzo se bevi acqua fredda o se lo infiammi con la birra!” mentre lui va nello spogliatoio e io torno su in studio...
La risposta sul vago è ovviamente vaga. Rispondere con precisione ad una domanda simile a quando qualcuno ti domanda dove si trova l'autostrada, da Torino a Palermo, è una cosa che neppure un neurologo esperto, secondo me, potrebbe precisare. Se avessi continuato a precisare dettagli su discorsi vaghi, avremmo fatto notte aprendo universi su universi sempre più lunghi, sempre più vaghi. Quindi, come concludo il discorso vago che lascia il tempo che trova?
Penso a mio padre che da giovane mi dava del "vagabondo", di conseguenza alla mia attuale quotidianità da careghiver fuori dall'immaginario di un giovane e alla "X decima" che viaggia legata alla "IX" e, non potendo fare a meno di ricordare la sua ultima tac, percorro le strade dove passano le 12 compagnie, ma non parlo di eserciti.
Il nono (glossofaringeo) reca le sensazioni gustative dei due terzi posteriori della lingua e contribuisce all'innervazione sensitiva delle logge tonsillari, del palato molle e della parete e della muscolatura della faringe. I barocettori senocarotidei convogliano anch'essi le loro informazioni attraverso di esso. Le funzioni della X o vago si sovrappongano a quelle della IX; inoltre il nervo provvede all'innervazione della laringe attraverso i rami ricorrenti che si avvolgono intorno all'aorta a sinistra e alla succlavia a destra in un delicato e lungo percorso che direi controlla tanti argomenti, probabilmente tutti, ma onestamente le sue importanti funzioni che non si valutano neppure in un esame neurologico di routine di un pugile prima di un match o di un culturista con la raucedine, o nella valutazione neurologica del mio grande anziano a seguito di uno sforzo quando lo esorto a controllare a tenere la testa dritta, a spingere o a spostare la lingua sulle guance mentre le spazzolo i denti.
La forza e la funzionalità posso riconoscerle e stimolarle, facendo in modo che l'atleta si applichi con il massimo impegno, con un'idea netta di come controllare la fatica e la paura del dolore fisico per sottoporsi ad uno sforzo, mentre l'ansia, l'indifferenza, un atteggiamento isterico e a volte la simulazione no, perché non mi piacciono e perché stanno alla base di una riduzione del risultato.
Per concludere, non basta l'anatomia, la neurologia, per esprimere giudizi non approssimativi sull'atteggiamento di un soggetto di sesso maschile o femminile in relazione al suo stare nell'ambiente, serve l'esperienza che può dare un segno cardinale a tutti i livelli del sistema, al punto di farmi credere che la nostra mente non finisca nelle dodici coppie di nervi nel nostro cranio.
E poi, visto che il vago e il glossofaringeo gestiscono anche la respirazione e i riflessi della gola — insomma: fanno deglutire, parlare… e singhiozzare — è meglio non provocarli fino al punto di dare sensazioni di nausea, vomito o tosse. Perché se non stai attento, ti fanno pure svenire.
E se non lo ascolti, sarà lui ad ascoltarti — amplificando ogni segnale, anche quelli che vorresti ignorare.
Coach Carli