Come si diventa lottatori

Come per la totalità degli sport di situazione, anche la lotta ha bisogno di un reclutamento relativamente precoce, perché, pur essendo uno sport istintivo, ha bisogno di poter contare, nelle fasi dell'apprendimento tecnico, su un bagaglio il più vasto possibile di esperienze motorie. L'avviamento dunque, inizia con l'età scolare e dura tre cicli diversi fino alla pubertà.

Il primo ciclo è basato principalmente sulla strutturazione delle abilità di base e sullo sviluppo delle capacità coordinative generali.

Nel secondo e terzo ciclo la parte più consistente del lavoro sarà dedicata alle capacità coordinative generali , a quelle speciali, alle abilità specifiche e all'insegnamento della tecnica con i suoi fondamentali. L'allenamento sarà indirizzato a quelle capacità condizionali migliorabili in questa età. 

La seconda tappa della formazione del lottatore è la specializzazione. Essa dura 5-7 anni e prevede due cicli ben distinti. Nel primo si opererà per la costruzione fisica generale ed i l perfezionamento della tecnica. Nel secondo per la specializzazione delle capacità condizionali e il consolidamento dei complessi tecnico-tattici prescelti.

Alla conclusione di queste due tappe si avrà il lottatore pronto ad esprimere le sue massima potenzialità, da qui in poi ci sarà il fattore dell'esperienza del combattimento. 

Questa ultima componente della preparazione di un lottatore si realizzerà non solo con la partecipazione a un gran numero di tornei, ma anche e soprattutto allenandosi con partner sempre diversi e tutti di valore.

Il massimo rendimento sportivo, tenendo conto di tutto ciò che lo consente, si può raggiungere intorno ai 22-23 anni ed essere mantenuto a lungo giocando sul continuo evolversi della tattica e della tecnica individuale, cercando di mantenere con un allenamento adeguato quelle capacità organico muscolari che tendono ad essere penalizzate con l'età.

Per riuscire nello sport della lotta, oltre le necessarie capacità morali e psichiche, è necessaria una elevata coordinazione, buone capacità acrobatiche, forza, rapidità, ma essendo uno sport istintivo non si può prescindere dalla capacità innata di saper lottare.

Di scarsa importanza sono, invece, la statura e la conformazione fisica in quanto la suddivisione in categorie oppone atleti dello stesso peso. Dato poi che i sistemi per affrontare il combattimento sono innumerevoli, ognuno può utilizzare al meglio, con una tattica appropriata le proprie peculiarità fisiche e tecniche. 

Anche la lotta, come la gran parte degli sport, può essere praticata proficuamente come attività ricreativa, tenendo presenti alcuni accorgimenti idonei ad evitare danni fisici quali: l'uso di protezioni alle ginocchia e ai gomiti, il paraorecchie, il paradenti, ma su tutto, un'adeguata condizione fisica e il mantenimento di una continuità di allenamento.

La lotta come attività squisitamente educativa può essere finalizzata all'affinamento dei livelli di socializzazione e di maturazione dell'individuo. Dato che la lotta è una pratica che prevede il contatto fisico tra due individui, la sua traduzione in attività ludiforme deve essere connotata, per un verso dalla riduzione al minimo necessari degli aspetti tipicamente tecnico agonistici e, dall'altro dall'ampliamento delle valenze psico-pedagogiche riferite al rispetto di regole nell'interazione fisico motoria con l'altro, ad una più corretta rappresentazione della propria immagine corporea, all'autocontrollo e alla conquista della giusta misura e dei giusti dosaggi nelle situazioni di confronto di forza.

Inoltre, l'importanza notevole che rivestono i giochi di lotta e di opposizione nella formazione delle abilità di base per qualsiasi sport, ne fanno una delle esercitazioni fondamentali dell'avviamento giovanile.

I CORSI :

Tutti i Martedì e Giovedì dalle ore 18:30 alle ore 20:00

ISCRIZIONI :

Ci si può iscrivere presso la segreteria Sportforma di via Cristoforo Beggiamo 24, Torino.

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